La porta, non solo elemento architettonico ma anche simbolico, ricopre un ruolo culturale e religioso molto importante. Oggi vi vogliamo portare con noi alla scoperta della relazione tra porta e religione in tre luoghi tra loro particolarmente differenti: AFRICA, INDIA ed ITALIA.

LE PORTE DECORATE DELL'AFRICA

Parliamo in particolare dell'arte artigiana del popolo Dogon e delle sue “Porte di granaio”.
Questa popolazione è una delle più interessanti dell'Africa Occidentale, profondamente legata al culto della religione animista. Le porte, ma anche le persiane, sono costruite in legno e decorate da elementi che ricordano figure umane e animali. Queste figure vengono disegnate semplificate e a volte deformate, per creare simbolismi che rappresentano i loro antenati e la quotidianità delle loro vite. Se si ha la fortuna di ammirare dal vivo alcune di queste opere, si noteranno quindi simboli comuni che ad una più attenta lettura, raccontano una storia sempre diversa. In particolare le più apprezzate sono le porte della “Casa dell'Hogon”, ovvero l'uomo che ha ruolo di sacerdote e di rappresentante della legge. Tra gli elementi più ricorrenti troviamo: onde che rappresentano l'acqua, coccodrilli e volpi che rappresentano divinità e gemelli che vogliono augurare prosperità al villaggio. Se non avete modo di vedere queste caratteristiche porte direttamente in Africa, trovate alcune foto qui.

Negli ultimi anni si è creato un mercato per questi elementi decorativi, che vengono apprezzati ed esportati in tutto il mondo, diffondendo la cultura e l'arte africana.

IL PAESE SENZA PORTE DELL'INDIA

In india, a circa 200 km da Mumbai, troviamo il paese di Shani Shinganapure in cui le case non hanno porte.
Le uniche due strutture chiuse (ma senza serrature) sono la banca e la stazione di polizia.
I circa 5000 abitanti di Shani devono questa particolare usanza ad una leggenda molto antica, con radici nella religione e nella superstizione. Si dice infatti che la divinità protettrice del villaggio arrivò sulle rive del fiume dopo un'alluvione, sotto forma di lastra di ferro. Dopo essere apparsa in sogno ad uno dei contadini che l'aveva ritrovata, dichiarò che sarebbe rimasta a proteggere il villaggio da cui prenderà poi il suo nome, Shani. Gli abitanti, felici della notizia, pensando di compiere un'opera gradita alla divinità, iniziarono a costruire un tempio intorno alla lastra. Ma la divinità Shani che non doveva essere particolarmente paziente, fece crollare le mura costruite fino a quel momento, ferendo per giunta alcuni poveri malcapitati. I contadini cominciarono dunque a credere che per avere la protezione del Dio, dovessero affidarsi solo alla sua provvidenza. Tolsero le porte del loro villaggio e cominciarono a ritenere che ogni cattiva azione compiuta, sarebbe stata punita con un intervento divino. Negli anni la tradizione ha continuato ad esistere (come i furti nelle case), diventando un introito grazie ai turisti attirati dalla stranezza del paese e ai pellegrini diretti al “non” tempio.

Dal momento che non tutti dispongono della divina protezione di Shani, vi invitiamo a dare un'occhiata alle nostre persiane blindate qui.

LE PORTE DI CHIESE E CATTEDRALI DELL' ITALIA

Luoghi sacri e di culto ma anche di arte e di profani. Le chiese e le cattedrali italiane sono tra le più belle e complesse del mondo. Basti pensare che molte fanno parte dei 58 siti italiani patrimonio dell'UNESCO. Tra gli elementi artistici spesso più caratteristici ed importanti ci sono proprio i grandi portoni d'ingresso. Simbolicamente la porta diventa un non luogo che divide le diverse realtà. Il “dentro” sacro e il “fuori” profano. Soprattutto vuole essere simbolo di accoglienza ed inclusione, ma anche monito che racconta parabole e sofferenze del vangelo.
In particolare basti pensare alla “Porta del Paradiso” del battistero di Firenze. Opera di Lorenzo Ghiberti, esponente del rinascimento fiorentino, realizzata tra il 1425 e il 1452 in bronzo dorato. La parte principale dell'opera raffigura 10 episodi biblici come la vicenda di Caino ed Abele, di Noè e di Salomone. La grandiosità dell'opera si contrappone alla semplicità del linguaggio con cui Il Ghiberti comunicava con il popolo. Le incisioni dovevano essere un modo per diffondere le sacre scritture soprattutto ai fedeli meno colti che anche senza l'ausilio della scrittura potevano “leggere” importanti episodi del Cristianesimo.

Il Giubileo, ovvero l'apertura fisica a scopo simbolico di porte sigillate di molte chiese, è la prova della grande importanza di questi elementi architettonici nella religione Cristiana.