Da sempre considerata luogo di passaggio e di confine, non solo nel suo utilizzo pratico, ma anche in quello simbolico, la PORTA fa parte del nostro vivere quotidiano.

Scopri con noi 3 modi diversi di vivere la porta nel mondo, nell'aspetto e nella funzionalità.

1. PORTA OLANDESE

Nasce nei Paesi Bassi nel 1600 circa. La particolarità della PORTA OLANDESE sta nel fatto che si presenta come una porta ad anta unica, che in realtà è divisa orizzontalmente a metà della sua altezza. Questo permette quindi di aprire separatamente la parte superiore e quella inferiore.

Grazie a questa particolarità, tenendo aperta solo la parte superiore e chiusa quella inferiore, si poteva far entrare luce e arieggiare gli ambienti. Allo stesso tempo però si impediva l'accesso agli animali nelle cucine e i bambini non potevano uscire indisturbati.
Le case di campagna erano i luoghi in cui più spesso si vedeva questo tipo di infisso e per le quali era stata concepita.

La maggior parte delle porte olandesi ha montato un chiavistello chiamato quadrante che permette di unire le due unità, così da poterle aprire e chiudere insieme senza problemi.
Oggi questa tipologia di porte è meno utilizzata ed è stata sostituita da porte con vetro e sistemi di ventilazione e microventilazione, ma si può trovare in luoghi come stalle e simili dove c'è ancora necessita di dividere gli spazi ma mantenere visibilità su diversi ambienti.

2. SHOJI E FUSUMA

Ci spostiamo in oriente per scoprire un altro tipo di porta molto particolare: gli SHOJI e i FUSUMA, le porte scorrevoli fatte di legno e carta di riso tipiche delle dimore e dei Dojo giapponesi.

Gli shoji sono le porte che dividono esterno ed interno, fatte di pannelli di legno pieno e pesante, ricoperti di carta di riso. Utilizzate per impedire il passaggio agli estranei ma soprattutto per dividere l'ambiente esterno considerato sporco ed impuro da quello interno (ecco perché prima di varcare la soglia di una casa giapponese è costume togliere le scarpe).

I fusuma invece, sono le porte che dividono gli ambienti interni. Più leggere dei shoji, solitamente della dimensione standard 90*180 cm (la stessa dei tatami). La carta di riso può essere bianca o avere decorazioni tipiche tra cui paesaggi montani, piccole geometrie o fiori di ciliegio.

Questa porta è inoltre utilizzata per chiudere armadi a muro, così da creare continuità con tutto l'arredamento, spesso minimal, degli interni.

Rimangono ancora oggi molto presenti nelle case orientali, ma sempre più spesso vengono sostituite da più moderne porte scorrevoli e galandage per sfruttare al più possibile gli spazi.

3. PORTA ALLA FRANCESE

Nel tempo le porte si sono trasformate da semplice strumento funzionale a complemento d'arredo che cambia completamente l'aspetto di ambienti esterni ed interni. Il seguente è uno degli esempi più calzanti di questa scelta di design.

Per PORTA ALLA FRANCESE si intende un tipo di porta a doppia anta con apertura verso l'interno, più grande rispetto a quelle che siamo abituati a vedere solitamente nelle nostre case. La vera particolarità di questo infisso sta nel fatto che le due ante, apribili separatamente, sono per lo più ricoperte da vetrate. Dalle forme più classiche, quadrate e rettangolari, a quelle più complesse, le vetrate permettono una luminosità impagabile. Inoltre la sua dimensione è adatta a spazi molto ampi, e il suo design rende il meglio se situata su giardini e terrazze.

È un peccato però coprirle con dei tendaggi: per mantenere la vostra privacy con questo tipo di porte, basterà scegliere un vetro satinato, sabbiato o decorato.

Conoscevi queste porte?

Ne hai mai visto uno dal vivo?

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